La Cattedrale di Mazara - I parte Cattedrale di Mazara - III parte, il gruppo della Trasfigurazione l cavaliere e capitano Giovanni I Grifeo si fece onore nelle fila dell'Armata normanna condotta in Sicilia dal Gran Conte Ruggero. Era il 1072 e bisognava liberare tutta l'Isola dal dominio musulmano (dal 1061 era già normanna la parte orientale). L'illustre ed eroico avo riuscì a proteggere e salvare il suo Capitano in uno scontro diretto con il capo saraceno Mogat. Da qui il premio della Baronia di Partanna ricevuta dalle mani dello stesso Ruggero. Questo l'inizio della storia siciliana dei Grifeo rappresentato nell'affresco della Sala del Trono al Castello di Partanna. La stessa scena si ripete sul frontale della Cattedrale di Mazara grazie a un gruppo scultoreo del '500. La scena è ben evidente e splendidamente realizzata, come appare nella serie di foto sulla stessa Cattedrale inviate da Marcello Cantone (45 anni, catanese, residente a Adrano, dottore in medicina generale, da 31 anni dedito alla storia locale e della Sicilia, appassionato di Araldica e Genealogia). L'opera scultorea è citata dal Mugnos (lib. III) quando racconta le origini siciliane Grifeo: "... L’effigie del nipote Giovanni Grifeo e dello zio conte Ruggiero unitamente si veggono scolpite in rilievo di marmo sovra la porta maggiore della Chiesa Cattedrale di Mazzarra (Mazara), ambedue a cavallo, il Conte con un saraceno sotto i piedi, e Giovanni Grifeo collo scudo imbracciato, coll’insegna dell’arme della sua famiglia" (vedi terza foto). La cattedrale ha una storia lunga circa mille anni. Sorse in epoca normanna, al posto di una precedente moschea. A volerla nel 1093 fu proprio Ruggero I, per la creazione della diocesi di Mazara (primo vescovo fu Stefano Ferro di Rouen - nomina a Vescovo nel 1093/data morte incerta, forse 1142 - parente del Gran Conte). L'edificio religioso fu anche la concretizzazione di un voto. Questo fu espresso nel 1072 per favorire la vittoria in uno scontro decisivo contro l'armata saracena: sconfitti i musulmani, fu presa la stessa Mazara del Vallo ed espugnata Palermo. Bisognava onorare la promessa. L'altorilievo, raffigura appunto il Gran Conte trionfante ("Amuruso di Cristu e di la Fidi") e Giovanni I Grifeo che ne protegge le spalle e guida il resto della truppa. L'opera risale al 1584. L'originale struttura normanna della Cattedrale sopravvive oggi in pochi elementi: nell'abside e nelle mura del transetto. Il Tempio, infatti, fu quasi completamente ricostruito nella seconda metà del XVII secolo ad opera del trapanese Don Pietro Castro e a seguito di una lunga serie di rimaneggiamenti. L'aspetto finale con cui si presenta oggi ai visitatori, è quello di una cattedrale in stile barocco a pianta basilicale e croce latina, con un imponente campanile che domina la facciata esterna dal lato sinistro (per chi guarda). Tre navate dividono l'interno grazie a due serie di colonne doriche. Molte opere d'arte impreziosiscono il patrimonio del Tempio, compresi tre sarcofagi romani, altri due del '500, pregevoli affreschi del pittore Giovanni Giambecchina, un portale marmoreo con le storie di Sant'Egidio, opera dello scultore carrarese, Bartolomeo Berrettaro (1525). Fra le altre opere, una Croce lignea dipinta, realizzata da un anonimo maestro siciliano del XIII secolo che ha sfruttato i due lati della scultura per altrettante raffigurazioni: da un lato l'immagine del Cristo; dall'altro, al centro, l'Agnello Mistico e, sulle braccia della croce, i simboli dei quattro Evangelisti. Infine, il gruppo statuario rappresentante la Trasfigurazione, opera di Antonello Gagini (1535): nella composizione, Gesù sul monte Tabor, accompagnato dai profeti Mosè ed Elia e dai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni. In coda è bene rammentare che Mazara è uno scrigno di opere d'arte e architettoniche (per un assaggio, vedere al portale Mazara.org). Da non tralasciare, fra le altre cose, Chiesa della Madonna della Giummarre, comunemente nota come chiesa di Santa Maria dell'Alto, voluta nell'XI secolo da Giuditta, figlia di Ruggero I (nel Tempio una statua della Vergine scolpita nel 1572 da Giacomo Castagnola, scultore lombardo); Chiesa e monastero benedettino di San Michele Arcangelo del XII secolo, la prima voluta da Giorgio di Antiochia, ammiraglio del Gran Conte, rivista nel XVII secolo con una nuova facciata disegnata e realizzata nel 1702 dal maestro trapanese Alberto Orlando (prezioso, all'interno, il pavimento in maiolica, gli ori e i marmi alle pareti, la preziosa statua argentea di San Vito -popolarmente il Santo Bambino-, le venti statue di Bartolomeo Sanseverino e le tele del pittore mazarese, Tommaso Sciacca - molte opere anche nel convento come il Baculo d'argento della Badessa, risalente al XVI secolo); il Seminario dei Chierici, del 1710, che ospita il Museo Diocesano (paramenti, preziosi oggetti sacri, ricca collezione di argenti della Cattedrale di Mazara e il corredo del Vescovo Francesco Maria Graffeo -1685/1695); il Palazzo Vescovile risalente al 1596; la Chiesa di S. Egidio (XVI secolo) nel centro storico di Mazara del Vallo, oggi museo (ospita il famoso Satiro danzante, opera scultorea ellenistica in bronzo). Cattedrale di Mazara - III parte, il gruppo della Trasfigurazione Proprietà intellettuale e copyright © Giuseppe Maria Salvatore Grifeo |
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